Un pugliese a New York: Angelo Tangorra
Torno sul blog dopo qualche settimana di assenza e lo faccio con un post che non è, per una volta, il resoconto di una visita; si tratta invece di una riflessione fatta in seguito, questo sì, ad un incontro a Santeramo in Colle.
Ho partecipato, giorni fa, alla presentazione a Santeramo del libro di Christine Farese Sperken “La pittura dell’800 in Puglia”; in realtà vi assistevo per la seconda volta, dato che ero presente anche in Libreria Laterza a Bari e ne parlavo qui (http://studiolobarese.it/la-pittura-dellottocento-in-puglia/).
I pittori santermani hanno contribuito in maniera piuttosto consistente al filone, per cui immaginavo che una presentazione a Santeramo potesse offrire dei guizzi nuovi e delle informazioni aggiuntive. In realtà così non è stato ma uno spunto interessante mi è comunque giunto.
Si è parlato, in sede introduttiva all’evento, di una personalità di artista a tutto tondo che -ahimè- non conoscevo. Si tratta di Angelo Tangorra, altro illustre santermano, che praticò l’arte della pittura, della scultura e persino della letteratura. Incredibile che un intellettuale di questa mole sia finito nell’oblio per decenni; non pubblicazioni, non menzioni pubbliche per lui. Solo negli ultimi mesi qualcuno a Santeramo si sta occupando di riportare alla memoria di tutti questo personaggio. Ringrazio molto sentitamente quel “qualcuno” perché chissà quanti altri anni io avrei trascorso prima di fare la conoscenza di Angelo Tangorra 🙂
Riassumo brevemente la sua biografia: Tangorra nacque a Santeramo nel 1872 in una famiglia piuttosto benestante. La cosa gli permise di potersi dedicare agli studi, tecnici prima e artistici poi, presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1902 lasciò l’Italia e, come molti santermani all’epoca, si stabilì a New York dove, 5 anni dopo, sposò Maria Vitale. Ebbe numerosi figli e, sempre a New York, morì nel 1948 nel quartiere del Bronx dove risiedeva. Negli Stati Uniti esercitò ampiamente la sua attività artistica, realizzò delle tele a tema religioso per delle chiese, scrisse un librò che pubblicò e illustrò.
Le informazioni di cui personalmente dispongo terminano pressappoco qui.
Ma arrivo alla mia riflessione. Quando, dopo l’incontro a Santeramo, sono tornata a casa e ho visto alcune opere di Tangorra sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/Angelo-Tangorra-1872-1948-1006258972738548/?fref=ts) che gli è stata dedicata, ho avuto la sensazione di un dejà vu. Non opere dell’artista in particolare, ma di una maniera artistica che mi era in qualche modo familiare. Una maniera non certamente italiana ma senz’altro già vista.
Dopo qualche attimo di esitazione, ecco il ricordo di una quasi del tutto dimenticata visita al Museo della Città di New York (http://www.mcny.org/) di diversi anni fa. Quella visita, all’epoca, mi sembrò trascurabile e poco interessante, al cospetto di giornate intere tra MoMA e Metropolitan. Eppure oggi mi sottopone un inequivocabile parallelismo tra Tangorra e ciò che ho visto in quel museo. Provate a visitarne il sito web e guardate, anche rapidamente, le tante opere della collezione. Provate, in particolare, a dare uno sguardo alla notevole J. Clarence Davies Collection (http://collections.mcny.org/Explore/Highlights/J.%20Clarence%20Davies%20collection/): questa collezione ricopre un arco temporale che va -più o meno- dall’inizio del XVI secolo fino ai primi del XX. Un arco temporale, quindi, che arriva fino al periodo di Angelo Tangorra a New York.
J. Clarence Davies era un magnate immobiliare (proprio del Bronx) che raccolse, in circa 40 anni, dipinti, stampe, mappe, illustrazioni di libri che raccontavano la storia di New York. Nel 1929 ha donato la sua collezione al Museo della Città di New York, collezione che oggi ha un valore valutato in 500.000 dollari.
Tangorra deve avere frequentato, una volta negli Stati Uniti, salotti culturali, artistici, letterari dai quali deve aver mutuato uno stile che poi ha fuso con i suoi studi accademici italiani. Potrebbe essere molto interessante approfondire quale sia stato il suo percorso artistico a New York, con quali personalità venne in contatto, quali commissioni ottenne ecc. So che sono stati avviati dei contatti con la nipote di Angelo Tangorra, oggi custode di buona parte della collezione pittorica e scultorea. Chissà che la stessa nipote non disponga di informazioni più precise sulla vita di suo nonno a New York.
Intanto se ci fosse qualcuno che, leggendo questo post, riesca a darmi qualche informazione in più, sappia che io sono qui e sono avida di conoscenza 🙂
A riaggiornarci sul tema!