Art Revolution a Bari: un buon inizio

Art Revolution a Bari: un buon inizio

6 Gennaio 2024 0 Di studiolobarese

Sono da sempre dell’idea che la Storia dell’Arte sia una disciplina viva, pulsante, in movimento. Da sola o con implementazioni tecnologiche, si tratta di una materia in costante evoluzione, capace di regalare novità molto più frequenti di quel che si possa comunemente immaginare.

Avevo sentito parlare, tempo fa, del progetto Art Revolution e -diversamente da molti colleghi di impostazione conservatrice- avevo accolto la novità con entusiasmo e curiosità.

Quando ho poi appreso della mostra a Bari, in pieno centro e in pieno periodo festivo, ho pensato che finalmente si stesse correttamente attribuendo valore al binomio arte + tecnologia.

Che cos’è Art Revolution: si tratta di un progetto italiano, una esposizione di quadri parlanti, una prima infarinatura di Storia dell’Arte per chi non ha mai avuto modo di approcciarsi alla disciplina. Il progetto è nato nel 2018 ed in pochi anni, a quanto leggo sui pannelli nel percorso espositivo, ha già registrato numeri altissimi in termini di utenti fruitori ed in termini di sedi espositive.

Veniamo a questa mostra, ex Mercato del Pesce, Piazza del Ferrarese, Bari, dal 6 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024.

Vorrei innanzitutto reiterare il concetto per il quale, a mio avviso, sia stata molto opportuna la scelta di una mostra di questo genere in un periodo ed in un luogo dì così alta affluenza di pubblico.

E sono anche molto felice di leggere una trentina di recensioni dei visitatori su Google, quasi tutte di tenore entusiastico: vuol dire che il sentiment è sostanzialmente positivo, la mostra è piaciuta e questo conta moltissimo.

 

Per quello che riguarda me, però, le cose stanno un pochino diversamente. Sono essenzialmente due gli ambiti sui quali ho dei dubbi. Il primo è l’ambito prettamente espositivo-museografico e l’altro è tecnico-digitale.

 

Rispetto all’ambito espositivo, una parte dei “problemi” rilevati da me è stata rilevata anche nelle recensioni dei visitatori citate poc’anzi. E cioè l’audio dei singoli schermi: le narrazioni si sovrappongono, alcune hanno volume molto basso ed anche i rumori provenienti dall’esterno, dalla piazza, disturbano l’ascolto.

Altro aspetto da correggere, possibilmente, è il comfort dell’ambiente: in soldoni, fa freddo.

Non è un aspetto secondario, questo: se l’ambiente non è confortevole, nessun contenuto ottimamente studiato ed esposto tratterrà un visitatore che non vede l’ora di uscire da lì.

Dunque voci sovrapposte e ambiente non confortevole sono questioni che certamente creano una barriera tra gli utenti e la mostra.

 

Veniamo invece all’ambito tecnico. Vorrei premettere che apprezzo moltissimo il lavoro storico-artistico e tecnologico che mira alla divulgazione di conoscenze; è quanto di maggiormente auspicabile per il futuro del nostro settore.

Però.

Quando ho letto di una “mostra interattiva” ho immaginato, appunto, di poter interagire con l’opera. Perlomeno in un set limitato di modi. Invece l’interattività si limita al riconoscimento di una figura davanti allo schermo, con conseguente partenza della narrazione, ma con una tecnologia che -onestamente- così innovativa non è. Si tratta di un sensore software di movimento, non molto diverso da quello che si può trovare da anni in un normale impianto di allarme, nel quale il movimento fa scattare una sirena.

E va benissimo, è molto bello e godibile, però parlare di interattività forse non è troppo opportuno.

Ho letto poi di intelligenza artificiale: non ho capito, però, in cosa qui l’IA intervenga. Nel morphing? Forse andrebbe chiarito meglio perché non ne ho trovato menzione. La cosa è veramente molto molto interessante, sarebbe auspicabile raccontarne di più.

Ci sono poi dei piccoli errori di ambito storico-artistico nelle narrazioni, ma sono veramente trascurabili nella misura in cui nessuno che non abbia studiato Storia dell’Arte ci avrà fatto caso.

Sono sicura che il settore abbia enormi prospettive di crescita e che questo non possa che fare bene alla divulgazione storico-artistica. Attendo con ansia ulteriori sviluppi.