Escher a Conversano – L’arte e la matematica

Escher a Conversano – L’arte e la matematica

18 Giugno 2025 0 Di studiolobarese

Che cos’è, poi, una mostra se non l’occasione di entrare in contatto diretto -non tanto e non solo con le opere in sé-  ma con le emozioni dell’artista, con il contesto in cui ha vissuto, con la sua vita?

Le opere esposte non sono che una conseguenza, una summa di tutti questi elementi.

Camminando per le sale di una mostra, ed è quello che più amo, succede di entrare in comunicazione diretta con l’artista; è come dirgli “io sono qui, per te. Raccontami”.

Prendiamo Escher, che in questo periodo è in mostra al Castello Aragonese di Conversano: dopo una fase iniziale più realistica e paesaggistica (vedi la litografia “Atrani”), quello che di lui più seduce sono senz’altro i concetti di costruzione impossibile e tassellatura.

 

Le costruzioni impossibili di Escher le conosciamo tutti, le abbiamo viste dovunque (esiste una vera e propria Escher-mania) ma magari non gliele abbiamo immediatamente attribuite.

Queste costruzioni sono caratterizzate da distorsioni prospettiche che, ad un primo sguardo, sembrano plausibili, ma poi, dopo un’attenta osservazione, si rivelano impossibili.

A Conversano sono esposte “Salire e scendere”, “Belvedere”, “Cascata”, “Galleria di stampe”, “Relatività”. Quest’ultima è, penso, quella tra le sue opere che più è stata rivista, replicata, memata (per dirla con gergo iper contemporaneo). Una di quelle costruzioni che ti mandano in tilt il cervello ma che proprio per questo risultano così incredibilmente affascinanti.

O “Belvedere”, che sembra ad un primo sguardo così perfettamente semplice e coerente e invece è un coacervo di strutture impossibili, di distorsioni, di illusioni ottiche: l’uomo seduto in primo piano tiene in mano un cubo impossibile, la scala a pioli è all’interno nel piano inferiore e all’esterno nel piano superiore.

È un invito a riflettere sulla differenza tra percezione e realtà, costruendo qualcosa che sfugge alla logica; mondo reale e illusioni sono divisi da una linea sottilissima, quasi impercettibile.

 

E poi le tassellature, il decorativismo portato fino al suo limite più estremo, che porta in sé l’eredità dell’Art Nouveau e quella moresca dell’Alhambra di Granada. Tutte queste suggestioni portano all’elaborazione di un concetto di decorazione basato su figure geometriche che si ripetono -al modo di tasselli o piastrelle- per ricoprire un piano senza lasciare spazi vuoti.

A Conversano è esporta la celeberrima “Giorno e notte” del 1938, e poi “Incontro”, e poi la magnetica “Limite del quadrato” (probabilmente quanto di più bello io abbia visto in questa mostra).

“Limite del quadrato” è forse il concetto di tassellatura portato al suo massimo potenziale espressivo: figure stilizzate di pesci che si incastrano perfettamente e che esplorano anche il concetto di infinito e di riduzione progressiva delle figure. Man mano che, dal centro, ci si sposta verso i lati del quadrato le tessere si rimpiccioliscono e si moltiplicano creando un effetto visivo ipnotico. Questo suggerisce l’idea di un continuum che si espande oltre il limite visivo.

Circa 80 opere esposte valgono davvero una gita a Conversano. Escher cattura e ipnotizza, affascina e stupisce.

Durante il percorso espositivo troverete anche video, pannelli, apparati didattici per sperimentare.

Fino al 28 settembre 2025.