Trame – Realtà Arte Cinema Invenzione
Era da un po’ che qui volevo parlare di “Trame”; ma ho dovuto trovare l’occasione e l’atmosfera giuste per farlo. In questo momento sono chiusa in una stanza molto piccola e ho sù delle cuffiette con musica che favorisce la concentrazione: questo è il mio modo per sentirmi nuovamente proiettata nell’aura della mostra, che ho visitato una settimana fa.
“Trame”. Una mostra che, senza troppe perifrasi, io ho trovato veramente molto difficile. Non è di immediata fruizione, non è una di quelle mostre classiche in cui ti riempi gli occhi di bellezza.
E d’altra parte l’arte contemporanea è questo. Lo esprime molto bene l’assessore Maselli sul suo blog, in un post che ho molto apprezzato e che si intitola “La lunga coda dell’arte contemporanea a Bari“.
“Trame” è la mostra che inaugura il nascente Polo delle Arti Contemporanee di Bari; siamo a Spazio Murat, che insieme al Teatro Margherita e all’ex Mercato del Pesce, rappresenta il fulcro di questo Polo. La mostra arriva Bari, un po’ rivista, dopo essere stata a Shangai nel 2015.
Già il titolo è ambivalente: “Trame” come intreccio di storie e “Trame” come insieme di inganni, di intrighi. Gli artisti ospitati, di chiara fama internazionale, attraverso le opere dialogano tra loro attraverso un filo conduttore comune: la realtà non è sempre quella che vediamo. Anzi, non è quasi mai quella che vediamo.
Questi artisti utilizzano la seduzione visiva per mostrare come certi centri di potere manipolino la realtà per indurne una lettura di parte. Gli strumenti utilizzati a questo scopo sono la fotografia e, soprattutto, la filmografia; molto spesso la materia prima per la realizzazione delle opere sono vecchi archivi.
Ad esempio, Thomas Sauvin lo fa raccogliendo mezzo milione di negativi fotografici cinesi dal 1985 al 2005: così documenta come, inesorabilmente, l’Occidente sia “entrato” in Cina. Colpiscono foto di persone comuni ritratte accanto ad un elettrodomestico, un televisore, un frigorifero, accanto alla scritta “McDonald’s”: un’occidentalizzazione che è per loro uno status symbol.
Di Yto Barrada troviamo in mostra un libro che, provocatoriamente, spiega come curare le strade principali di una città in caso di visita di una delegazione straniera.
Rossella Biscotti, unica italiana della mostra e new entry per Bari, colpisce per la sua serie di foto che ritraggono paesaggi esotici, uomini sognanti… Ma si tratta di foto che le case farmaceutiche utilizzavano per presentare Pentothal, un antidepressivo che è anche un principio attivo delle iniezioni letali.
Altri importantissimi artisti presenti in mostra sono John Akomfrah, The Atlas Group, Ho Tzu Nyen, João Penalva e Wu Tsang.
“Trame” è un’esperienza particolare e totalmente immersiva che vi consiglio di fare, possibilmente con una guida. Abbandonate ogni pensiero fuori da Spazio Murat e, senza alcuna fretta, sintonizzate la vostra mente sulle immagini che vedrete.
Poi, se vi va, raccontatemi quello che avete provato 🙂
Fatelo presto, però. La mostra chiude il 5 febbraio.